Un protocollo d’intesa per favorire il reinserimento sociale dei detenuti attraverso attività di pubblica utilità che, abbinate ad un’adeguata formazione, possano garantire future opportunità di lavoro. Lo hanno sottoscritto questa mattina a Palermo il presidente dell’AnciSicilia, Leoluca Orlando, e il Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria della Sicilia, Gianfranco De Gesu.L’accordo intende coinvolgere le persone sottoposte a misure restrittive in attività extra murarie avendo come obiettivo la finalità rieducativa della pena .
Tra i principali obiettivi del protocollo d’intesa: migliorare le condizioni ambientali e di decoro degli spazi pubblici, incluse le aree verdi, per favorirne la fruizione da parte dei cittadini; potenziare la raccolta differenziata all’interno degli istituti penitenziari al fine di contribuire alla conservazione dell’ambiente e ridurre gli sprechi; stimolare tra i detenuti la socializzazione, il rispetto, la condivisione delle regole, migliorandone le condizioni di vita.
Se da un lato l’AnciSicilia si impegnerà a promuovere e coordinare i contatti tra i comuni e gli istituti penitenziari per il raggiungimento delle finalità generali e specifiche del protocollo, dall’altro il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria promuoverà e coordinerà l’azione delle carceri affinché adottino le iniziative di competenza per selezionare i detenuti da ammettere alle attività di pubblica utilità, motivandoli a raggiungere obiettivi positivi.
Infine, l’AnciSicilia si occuperà di favorire, insieme con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, la partecipazione a bandi europei e la promozione di progetti da finanziare anche attraverso la cassa delle ammende.
“Il lavoro, in questo caso, – spiega Leoluca Orlando – assume un ruolo fondamentale all’interno del percorso di riabilitazione. E’, quindi, importante offrire ai detenuti l’occasione di uscire dalla casa circondariale nell’orario lavorativo previsto, riprendere familiarità con l’ambiente esterno, prestarsi volontariamente allo svolgimento di lavori utili alla società piuttosto che trascorrere il proprio tempo nella struttura. È fondamentale che ci sia una formazione e una preparazione che siano propedeutiche al reinserimento nella società avendo chiara la scala dei diritti e quella dei doveri”.
“L’opportunità del lavoro di pubblica utilità – ha affermato il Provveditore De Gesu – si sta rivelando ogni giorno di più una chiave vincente sulla quale il Ministro della Giustizia e il Capo del DAP stanno investendo molto in termini di impegno. L’applicazione sempre più ampia del LPU su tutto il territorio nazionale nonché il recente interesse manifestato dalle Nazioni Unite confermano la assoluta bontà di un progetto di reinserimento dei detenuti che conviene a tutti: ai detenuti in primis, che vengono adeguatamente formati a svolgere un lavoro una volta usciti dal carcere; ai Comuni, che con i soldi risparmiati per la manutenzione del decoro urbano possono reinvestire in altri servizi; e infine alla Giustizia, che attraverso il recupero del detenuto alla società civile vede abbattersi l’annoso fenomeno della recidiva”.
Il protocollo, di durata triennale e utile all’intera collettività, può essere considerato un esempio di buone pratiche strutturate tra pubbliche amministrazioni.
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