AnciSicilia e Ice, al via oggi l’incoming di buyers internazionali

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“Cercare di fare rete per avere un contatto diretto con tutte le realtà territoriali anche per coniugare quantità e qualità. L’ AnciSicilia spinge su questa linea con l’obiettivo di convincere i comuni a fare sistema, certi che su questo versante non possa mancare il sostegno del governo nazionale e regionale. La politica spesso non conosce il territorio, ha un rapporto superficiale con esso al punto che non riesce a svolgere il proprio ruolo fondamentale, ovvero interpretare e far conoscere a tutti le esigenze e le peculiarità”.

 

Lo ha detto Leoluca Orlando, presidente di Ancisicilia, che questa mattina a Villa Niscemi ha aperto i lavori del convegno “La Sicilia piattaforma del benessere mediterraneo”, inaugurando l’evento, organizzato dall’Associazione dei comuni siciliani e dall’ Ice , che vedrà la partecipazione, fino al 19 giugno, di buyers provenienti da tutto il mondo.

L’incoming prevede una serie di incontri B2B tra i buyers e le aziende.  Domani e giovedì verranno organizzate visite presso alcune aziende della Sicilia occidentale e orientale, mentre venerdì 19 il programma si concluderà a Catania con gli ultimi incontri B2B.

Sono in tutto 114 le aziende siciliane coinvolte (56 a Palermo e 58 per la tappa di Catania) e che, nelle quattro giornate in programma, prenderanno parte a circa 600 incontri con 23 operatori economici internazionali provenienti da Austria, Belgio, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Lettonia, Polonia, Svezia, Ungheria, Stati Uniti.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito del Piano Export Sud, cioè tra quelle iniziative volte a favorire l’internazionalizzazione delle Pmi con sede operativa in una delle Regioni obiettivo  “Convergenza”.

 

“Fare rete – ha continuato Orlando – significa fare sistema partendo dal grande impegno di tutti i sindaci dell’Isola. L’AnciSicilia si è anche impegnata nei mesi scorsi per presentare le produzioni agroalimentari all’Expo 2015 , cogliendo l’occasione per dare una svolta alla nostra asfittica economia e offrendo un’occasione concreta alle imprese. L’evento, organizzato con Ice, rappresenta un’occasione concreta in cui gli amministratori siciliani non si soffermano a sottolineare le difficoltà che incontrano ogni giorno nel far quadrare i conti del proprio comune, ma diventano “motori” del mondo produttivo evidenziando le peculiarità dei territori. Infine, bisogna precisare che, al di là delle difficoltà iniziali, Expo 2015 rimane un’occasione irripetibile da sfruttare per rilanciare l’economia dell’Isola”.

 

“Purtroppo è vero – ha continuato Simona Vicari, sottosegretario del ministero dello Sviluppo Economico – che la politica non sempre è consapevole di quello che accade nei territori. Non sempre la politica si trova in sintonia con le imprese e con il territorio perché distratta da problemi e da emergenze legati all’assistenzialismo e alla precarietà. Sono convinta, invece, che una sana e attenta politica, debba essere più che sintonizzata con il mondo delle imprese e dell’occupazione. La Sicilia deve inoltre, essere messa nelle condizioni di recuperare la stessa linea di partenza delle altre regioni italiane , senza registrare ulteriori gap infrastrutturali spendendo subito e bene, senza restituirli al mittente, i fondi strutturali. Una concreta boccata d’ossigeno il governo nazionale l’ha fornita tramite lo Sblocca Italia con cui sono stati stanziati 220 milioni di euro in più destinati alla promozione dei prodotti made in Italy. Malgrado la forte crisi, molte imprese hanno continuato ad andare avanti e a reggere la nostra economia, presentando anche bilanci in attivo. Ci tengo a sottolineare che una parte dei fondi messi a disposizione dallo Sblocca Italia, sono destinati alla formazione di figure professionali in grado di assistere le imprese indirizzandole anche verso nicchie di mercato nuove e competitive. Ricordiamoci sempre che tutto ciò che è made in Italy è ricercato proprio per la qualità e si tratta senza dubbio di una marcia in più che il governo nazionale e regionale devono sfruttare al meglio offrendo corsie preferenziali alla capacità produttiva”.

 

La qualità dei prodotti siciliani è stata anche sottolineata dell’assessore regionale all’Agricoltura, Nino Caleca, che ha aggiunto: “l’obiettivo di questa giornata è quello di continuare a creare una rete tra tutte le imprese interessate e di presentarci al mercato internazionale con un unico marchio, ovvero quello della Sicilia”.

“Questo evento – ha continuato Roberto Lovato, dirigente dell’ufficio agroalimentare dell’Ice – fa parte di un programma triennale realizzato con fondi comunitari ed evidenzia come il settore agroalimentare, nonostante la crisi, abbia resistito ed abbia altresì continuato ad aumentare la propria proiezione verso l’estero. Le opportunità di sviluppo sono, quindi, enormi e noi stiamo cercando in tutti i modi di far passare il messaggio sulla tipicità dei nostri prodotti che devono essere immediatamente riconoscibili anche attraverso la storia che si portano dietro, storia collegata ai territori di provenienza”.

 

“Si tratta senza dubbio – ha spiegato Nino Salerno, vice presidente di Confindustria Sicilia – di una iniziativa molto positiva per il mondo imprenditoriale. Ringrazio, quindi, l’Ancisicilia per la sensibilità e per la capacità di attivare un osservatorio sui comuni siciliani che mette sul tavolo i reali problemi e non le chiacchiere. Sono convinto che sia indispensabile lavorare insieme per fare emergere quel che esiste sul territorio, con un occhio attento alle eccellenze, capaci da sole di trovare grandi spazi nei mercati internazionali, fondamentali per sbloccare la nostra economia”.

 

Se da un lato Salvatore Martorana, presidente del comitato Ancisicilia per Expo, ha sottolineato l’importanza della Sicilia “come crocevia mondiale dell’agroalimentare e come piattaforma della salute”, dall’altro Paolo Amenta, vice presidente AnciSicilia con delega allo Sviluppo economico, ha concluso dicendo che “l’epoca dell’assistenzialismo va chiusa e bisogna reinventarsi un percorso di produzione reale , legato alle potenzialità della Sicilia. Il mercato si sta allargando a dismisura, la globalizzazione impera ma sembra che la Sicilia non abbia ancora consapevolezza del proprio ruolo in Europa e nel mondo. La nostra produzione deve invece diventare “attrattore” di ricchezza , piattaforma di benessere e di qualità della vita. Presentando queste caratteristiche fondamentali , come d’incanto scatterà l’interesse dei mercati esteri. La nostra Regione deve imparare a spendere bene i fondi comunitari e nazionali, predisponendo un piano strategico che includa anche il turismo, altro settore trainante della nostra economia non ancora valorizzato al meglio. Bisogna fare filiera in maniera semplice e sintetica, scoprendo il tesoro siciliano attraverso la collaborazione tra istituzioni, imprese e politica”.