AnciSicilia, “I Sindaci non possono essere lasciati soli ad affrontare Le tensioni sociali dei cittadini e i problemi economici dei territori “

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“In attesa di conoscerne il testo ufficiale apprendiamo con preoccupazione da notizie di stampa che nel disegno di legge di stabilità regionale ci sarebbero delle novità che riguardano le risorse destinate ai comuni attraverso il Fondo delle Autonomie locali. Abbiamo più volte espresso la necessità che anche in Sicilia si dia attuazione alla legge 42 del 2009 sul federalismo fiscale e che si avvii progressivamente un percorso di fiscalizzazione dei trasferimenti,  ma riteniamo, al tempo stesso, che in questo momento ogni ipotesi di compartecipazione dei comuni al gettito Irpef debba essere comunque legata ad una clausola di salvaguardia che non consenta una riduzione delle risorse rispetto a quelle del 2013”.

Questo il commento di Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente vice presidente vicario e segretario generale dell’AnciSicilia, che aggiungono: “Crediamo sia indispensabile un incontro con il presidente Crocetta e con l’assessore Bianchi per discutere sulla proposta governativa relativa al trasferimento dei fondi del 2014 e anche per avere certezze che l’accordo sottoscritto con la nostra Associazione lo scorso 1 ottobre venga rispettato nella sua interezza. In un momento di tensione sociale e di esasperazione dei cittadini così grave come quello che si sta vivendo in questi giorni, le scelte dello Stato e della Regione rispetto agli enti locali devono essere particolarmente meditate e non possono costringere ulteriormente gli amministratori locali a diventare il capro espiatorio delle mancate risposte delle altre istituzioni”.

“I sindaci e gli altri amministratori locali – concludono il vice presidente vicario e il segretario generale dell’Associazione dei comuni siciliani – hanno accettato con grandissimo senso di responsabilità il verticale taglio delle risorse destinate ai comuni che – come dimostrano i recenti dati forniti da Istat e Ifel – ha penalizzato gli enti locali in maniera eccessiva rispetto al loro peso sul costo complessivo della pubblica amministrazione. Con altrettanto senso di responsabilità hanno tentato, in questi ultimi anni, di mediare sulle tensioni sociali provando a far comprendere ai cittadini le ragioni dei tagli di alcuni servizi e diventando ancor di più l’unico front office istituzionale. Per queste ragioni gli amministratori locali pur non potendo accettare alcuna forma di violenza, conoscendo bene i problemi dei cittadini, sono particolarmente sensibili alle ragioni della protesta che oggi è in atto in tutto il Paese e ritengono di non dover essere lasciati soli a dare le dovute risposte. Ci aspettiamo che  il governo nazionale e il governo regionale individuino, in stretto raccordo con i comuni e l’Anci, strumenti che possano dare, con la massima urgenza, risposte concrete per far fronte alle difficoltà di natura economica e sociale.”