L’Anci Sicilia è stata audita, stamattina, dalla Commissione Bilancio dell’Assemblea Regionale Siciliana per rappresentare le numerose difficoltà che stanno attraversando i Comuni siciliani e per chiedere un urgente intervento del Parlamento siciliano a sostegno delle autonomie locali dell’Isola, prima del 30 novembre, termine ultimo per le variazioni dei Bilanci dei comuni.
Una delegazione dell’Associazione dei comuni siciliani, formata da Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale, da Luca Cannata vice presidente vicario, da Calogero Firetto, sindaco di Agrigento, da Silvio Cuffaro, sindaco di Raffadali, da Fabrizio Di Paola, sindaco di Sciacca e da Domenico Giannopolo, sindaco di Caltavuturo è stata, infatti, ricevuta a palazzo dei Normanni per evidenziare le maggiori criticità che hanno messo in ginocchio l’intero sistema comuni in Sicilia, soprattutto dal punto di vista finanziario.
Il 2016 si può infatti considerare l’anno peggiore per le finanze dei comuni siciliani, sono infatti 10 i comuni che hanno già dichiarato il dissesto, diverse decine hanno fatto ricorso ai piani di riequilibrio pluriennale e moltissimi altri non hanno ancora approvato il Bilancio di Previsione 2016.
“Alla luce di questa situazione così drammatica – ha dichiarato Leoluca Orlando – in Commissione Bilancio abbiamo sottolineato come per affrontare alcuni nodi strutturali relativi alla condizione finanziaria degli Enti locali siciliani debba essere avviato, come formalmente richiesto dall’Anci Sicilia, un confronto istituzionale fra Stato, Regione ed Enti Locali dell’Isola e apprezziamo, che tale richiesta sia stata pienamente condivisa dal presidente della II Commissione, Vincenzo Vinciullo”.
In un documento consegnato alla Commissione Bilancio sono state, poi, evidenziate tutte le criticità che stanno attraversando i comuni fra le quali spiccano: i maggiori costi del servizio integrato rifiuti a seguito dell’emergenza del 2016, la tenuta finanziaria dei liberi consorzi e delle città metropolitane, la necessità di un effettivo contributo per la demolizione degli immobili abusivi, la spinosa questione delle estinzioni delle Ipab, la richiesta di un aumento del contributo per i il ricovero dei disabili mentali, il costo dei minori stranieri non accompagnati e quella delle conseguenze, che rischia di avere anche in Sicilia, l’applicazione del sistema dei costi e fabbisogni standard. Su tutte però resta centrale la questione relativa alla mancata attuazione dei commi 22 e 23,dell’art. 7 della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3 che prevedeva un trasferimento di 115 milioni per spese di investimento.