Autonomia speciale, Anci Sicilia: “Sono necessarie clausole di salvaguardia che consentano, in caso di mancato esercizio della potestà legislativa delle regioni, l’applicazione delle norme nazionali”

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“In Sicilia un cattivo esercizio della speciale autonomia è stata negli ultimi anni la causa principale di tante criticità che si sono registrate su settori essenziali come quello dell’ordinamento degli enti locali (Città Metropolitane e liberi consorzi), la gestione integrata di acque e rifiuti, la materia degli appalti pubblici”.
Lo ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia, intervenendo al seminario sul documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sulle problematiche concernenti l’attuazione degli statuti delle regioni ad autonomia speciale dal titolo “Il futuro delle regioni a statuto speciale alla luce della riforma costituzionale” ancora in corso a Montecitorio, alla presenza del Vice presidente della Camera dei deputati, Marina Ferreri, del presidente della Commissione parlamentare per le questioni regionali, Giampiero D’Alia, del Direttore dell’ISSiRFA, Stelio mangiameli, del Presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri e del Presidente emerito della Corte Costituzionale, Gaetano Silvestri.
“L’esperienza di questi anni dimostra, – continua Orlando – che a garanzia dell’efficienza dell’azione amministrativa e di governo della Regione Siciliana e degli enti locali della stessa, è necessario pensare in sede di revisione costituzionale della materia, pensare a clausole di salvaguardia che consentano, in caso di mancato esercizio della potestà legislativa delle Regioni a Statuto Speciale, la certezza derivante dall’applicazione delle norme nazionali”