“L’attuazione della riforma dell’armonizzazione contabile presenta elementi dì criticità che rischiano di determinare pesanti conseguenze considerata la gravissima situazione economico finanziaria in cui versano i comuni siciliani.
Come è noto la Regione Siciliana, con l’approvazione della Legge Regionale 10 luglio 2015 n. 12 (articolo 1, comma 3), ha precluso agli Enti Locali siciliani la possibilità di un rinvio al 2016 dell’applicazione dell’armonizzazione dei sistemi contabili costringendoli, di fatto, ad adeguarsi al nuovo sistema di contabilità pubblica a partire dal 1° gennaio 2015. Questo provvedimento ha rappresentato un elemento di ulteriore “confusione”, per il quale il Ministero dell’Interno, proprio su sollecitazione della nostra Associazione, ha deciso di prorogare per i soli Comuni dell’Isola i termini della presentazione dei bilanci di previsione 2015 al 30 settembre”.
Lo hanno detto Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’AnciSicilia, a margine dell’audizione di AnciSicilia che si è svolta presso la sezione di Controllo della Corte dei Conti per la Regione Siciliana, presieduta da Maurizio Graffeo. L’audizione ha trattato “Le linee di indirizzo per la formazione del bilancio 2016-2018 e per l’attuazione della contabilità armonizzata negli enti territoriali”, in riferimento alla deliberazione 9/2016 della sezione delle Autonomie della Corte dei Conti.
In un documento che l’Associazione ha presentato nel corso dell’audizione, si fa anche il punto sulle difficoltà di sviluppo della nostra Regione e sulla scarsa capacità fiscale, sottolinenando che “negli ultimi anni si è passati, mediamente, da un quadro economico fondato in prevalenza da risorse finanziarie derivate, ad un equilibrio di bilancio garantito dalla riscossione dei tributi locali. Su tale ultimo elemento però non può non considerarsi l’impatto che l’endemica difficoltà che gli enti locali delle regioni del Sud hanno sul fronte della riscossione sta avendo su istituti come il Fondo Crediti di dubbia Esigibilità (FCDE). Un impatto che, in alcuni casi, rischia di essere insostenibile per la tenuta finanziaria degli Enti e che, senza adeguate misure di compensazione e accompagnamento, equivale ad un ulteriore e significativo “taglio di risorse”.
“Pur condividendo l’esigenza di proseguire nel percorso di attuazione della riforma, anche al fine di recuperare trasparenza e credibilità dei conti degli Enti Locali, – continuano Orlando e Alvano – non può non osservarsi che tale percorso debba necessariamente essere strutturalmente connesso al miglioramento della qualità dei conti della Regione Siciliana. In relazione a ciò, pesa il significativo ritardo nell’erogazione delle risorse regionali destinate agli Enti Locali con la conseguente necessità di fare ampio ricorso all’anticipazione di tesoreria. L’incertezza sulle risorse finanziarie trasferite dalla Regione prosegue anche per le assegnazioni del 2016, considerando che ad oggi non è stato erogato alcun acconto e non vi è certezza sul riparto per i Comuni”.
Per ciò che riguarda la predisposizione dei bilanci di previsione per il 2016, – concludono il presidente e il segretario generale dell’Associazione dei comuni siciliani – un altro elemento di incertezza è determinato dalla previsione della Legge Regionale 3/2016 che destina 115 milioni a spese per investimenti. L’art. 7, comma 22, prevede infatti che tali risorse siano individuate a valere sui fondi PAC 2014-2020, ma ancora non vi è alcuna certezza sia sulle modalità di riparto ai comuni sia sulla possibilità di un effettivo utilizzo delle stesse. Tutto ciò rende ancora più difficoltosa, se non impossibile, la definizione della programmazione su un arco temporale non solo triennale, ma anche annuale”.