Comuni “ricicloni” siciliani, pubblicato il report di Legambiente

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Mirto, San Giuseppe Jato, Mazara del Vallo e Pedara i comuni più “ricicloni”. Amenta, ANCI Sicilia: “ Gravi carenze sul piano industriale. TARI tra le più alte d’Italia”

Negli ultimi anni la raccolta differenziata in Sicilia ha registrato progressi significativi, testimoniando una crescente sensibilità ambientale sia da parte delle amministrazioni comunali che dei cittadini. Dal 2017, anno in cui la media regionale si attestava attorno al 21%, si è andati abbondantemente oltre il 50%, con la maggior parte dei comuni che oggi superano il 65%. Questo miglioramento è stato possibile grazie a campagne di sensibilizzazione delle amministrazioni comunali e all’introduzione di sistemi porta-a-porta. Tuttavia, la crescita non è omogenea: Palermo e Catania registrano ancora percentuali molto basse, seppur in lenta crescita”. Sono queste le considerazioni che il presidente di Anci Sicilia Paolo Amenta formalizza nel report “Comuni ricicloni 2024” redatto da Legambiente Sicilia.

Nel report si legge che la Sicilia sta incrementando, seppur lentamente, “le percentuali di raccolta differenziata. Lo dimostra il numero delle realtà che a fine 2023 hanno superato il 65% di raccolta differenziata: sono ben 303, cioè oltre l’80% dei comuni siciliani. Cresce, inoltre, di anno in anno il numero dei Comuni Rifiuti Free, passati dai 33 del 2020 ai 98 del 2023, caratterizzati da una produzione di rifiuti indifferenziati inferiore ai 75kg pro capite. Le direttive europee, il Piano Nazionale per la Gestione dei rifiuti e la strategia nazionale sull’economia circolare hanno assegnato alle regioni e ai comuni obiettivi sfidanti e selettivi che impongono a ciascun soggetto responsabile del Ri-ciclo integrato dei rifiuti di definire priorità chiare e di individuare conseguentemente strumenti efficaci per raggiungere gli obiettivi di riduzione, recupero e riciclo entro il 2030”.

Nonostante i progressi – evidenzia Paolo Amenta – la Sicilia continua a scontare gravi carenze sul piano industriale. La regione soffre di un deficit significativo di impianti di trattamento, sia per il recupero della frazione organica che per il riciclo di plastica, carta e metalli. Questo costringe ancora a spedire i rifiuti fuori regione, aumentando i costi e le emissioni di CO₂ legate al trasporto. L’insufficienza si riflette direttamente sui costi della TARI, che in Sicilia risultano tra i più alti d’Italia. La spesa media per nucleo familiare supera i 400 euro annui, con punte oltre i 600 euro in alcune località. Tale situazione genera un circolo vizioso: costi elevati alimentano il malcontento e questo mina la fiducia nei confronti delle istituzioni, riducendo l’efficacia delle politiche di raccolta differenziata. Persistono casi di gestione inefficiente o illecita dei rifiuti, con discariche abusive e infiltrazioni criminali nel settore. Questi fenomeni non solo danneggiano l’ambiente, ma compromettono anche la reputazione dei territori e ostacolano gli investimenti necessari per innovare il sistema”.

La disamina realizzata da Legambiente Sicilia ha analizzato la realtà siciliana sulla base degli abitanti di 391 comuni per realizzare la classifica dei “Comuni Rifiuti Free”, quelle realtà che hanno contenuto tale produzione entro i 75 kg/ab/anno e raggiunto almeno il 65% di raccolta differenziata.

Nella categoria “sotto i 500 abitanti” il comune con la minor produzione pro capite di rifiuto secco è risultato essere quello di Santa Cristina Gela (PA) con 16 kg/ab/anno mentre quello con la percentuale più alta di raccolta differenziata è stato il comune di Mirto che ha raggiunto il 93,9%. Nella categoria “tra i 5000 e i 15000 abitanti” si è, invece distinto il comune di San Giuseppe Jato che è risultato essere quello con la minor produzione pro capite di rifiuto secco, 17,4 kg/ab/anno e 93,3% di raccolta differenziata. Per la categoria “sopra i 15000 abitanti”, la miglior performance è stata realizzata da Pedara che ha raggiunto l’84,6% di raccolta differenziata. Per quanto riguarda la categoria “sopra i 50000 abitanti” è del comune di Mazara del Vallo il miglior obiettivo raggiunto, con 49,8 kg/ab/anno e 88,9% di raccolta differenziata. Analisi a parte per quanto riguarda i 9 comuni capoluogo. Nessuno di essi è Comune Rifiuti Free. Gli unici a raggiungere l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata sono Enna, Ragusa, Agrigento e Trapani come lo scorso anno. La migliore performance è quella del comune di Ragusa, che raggiunge il 70,8% di raccolta differenziata in netto contrasto con quella del comune di Palermo che, ricordiamo che il dato è relativo al 2024, si attesta solo al 16,4%. Per quanto riguarda invece la produzione pro capite di rifiuto secco, il miglior risultato è quello di Enna, con 128,4 kg/ab/anno contro i 468,6 di Palermo.

La SSR siciliana, ossia la Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti, con la miglior percentuale di raccolta differenziata è quella “Trapani provincia sud”, che si attesta all’85,03%.

Occorre realizzare impianti per il trattamento e la valorizzazione di altre frazioni merceologiche, come il legno, i RAEE e i tessili, settori nei quali gli impianti sono del tutto insufficienti o inesistenti. Riteniamo che proprio su questi aspetti bisogna concentrare gli sforzi di ogni soggetto responsabile della gestione del ciclo dei rifiuti – istituzioni regionali e locali, enti di gestione, operatori del settore, cittadini, associazioni e organizzazioni di categoria – per realizzare tutte quelle sinergie in grado di produrre una visione comune che consenta di accompagnare la realizzazione degli impianti necessari alla rivoluzione circolare nella regione e nel Paese, visti come un’opportunità di riqualificazione sociale, di risanamento ambientale e di rilancio economico dei territori per uno sviluppo della Sicilia improntato alla sostenibilità” indica Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia. “I progressi nella raccolta differenziata testimoniano che un futuro sostenibile è possibile, ma le carenze dell’impiantistica e le inefficienze gestionali rappresentano ostacoli che vanno affrontati con urgenza. Solo attraverso una visione strategica, un uso efficace delle risorse disponibili e una partecipazione collettiva sarà possibile rendere l’isola un modello virtuoso di gestione dei rifiuti” evidenzia il presidente di Anci Sicilia Paolo Amenta.