“L’attuazione della “democrazia partecipata” nei Comuni siciliani, confronto sull’articolo 6, comma 1 della legge regionale 28 gennaio 2014, n. 5”, questo il titolo di un partecipato convegno tenutosi in videoconferenza e svoltosi oggi pomeriggio, a cura di ANCI Sicilia e Assemblea Regionale Siciliana e coordinata dal segretario generale dell’ANCI Sicilia, Mario Emanuele Alvano.
All’iniziativa sono intervenuti, fra gli altri, Carmelo Pullara presidente della Commissione Speciale di indagine e di studio per il monitoraggio dell’attuazione delle leggi e Domenico Armeni, capo di gabinetto dell’assessore per le Autonomie Locali, Marco Zambuto.
Le relazioni, particolarmente apprezzate dai tanti rappresentanti dei comuni e del mondo del terzo settore presenti all’incontro, sono state affidate a Daniela Ciaffi professoressa di Sociologia del territorio al Politecnico di Torino e Vicepresidente di Labsus che ha trattato di condivisione e cura dei beni comuni attraverso alcune esperienze pilota in Sicilia, a Maria Teresa Tornabene, dirigente dell’Assessorato Autonomie locali che ha chiarito gli elementi fondamentali della norma e delle circolari applicative che si sono susseguite, a Giuseppe D’Avella coordinatore del progetto “Spendiamoli insieme” che ha illustrato i dati relativi all’attuazione della norma nei Comuni siciliani e a Gianina Ciancio, Componente della I Commissione ARS, che ha affrontato il tema delle proposte di modifica della norma sulla Democrazia Partecipata.
“Abbiamo ritenuto utile affrontare il tema della democrazia partecipata facendo un’analisi sullo stato dell’arte nell’attuazione della normativa da parte dei comuni siciliani a 7 anni dall’approvazione della legge per stimolare il confronto fra le diverse ed eterogenee realtà siciliane e i cittadini e le associazioni che operano sui territori e la deputazione regionale”. Ha dichiarato Mario Emanuele Alvano, segretario generale di ANCI Sicilia.
“L’ampia scelta delle forme utilizzate per prevedere il coinvolgimento dei cittadini nell’utilizzo del 2 per cento delle risorse trasferite dalla Regione in una realtà costituita da tre Città metropolitane, 205 piccoli Comuni oltre che da tanti Enti medio-grandi ha fatto emergere notevoli diversità nell’applicazione della norma e sui suoi effetti nel tessuto sociale delle nostre comunità.
Siamo consapevoli che i veri protagonisti della democrazia partecipata sono gli stessi cittadini che devono essere messi, sempre di più, nelle condizioni di conoscere per deliberare (cit. di Luigi Einaudi) – ha aggiunto Alvano – ma dobbiamo comprendere che il percorso avviato con l’introduzione di questa norma ha bisogno di tempo e deve essere ulteriormente sviluppato tenendo conto delle peculiarità dei nostri territori valorizzando i punti di forza e superando le tante criticità che permangono”.
“Sono tanti gli spunti e le proposte emersi nel confronto di oggi – ha concluso Alvano – e riteniamo che i Comuni e l’Assemblea Regionale potranno tenerne conto per poter realizzare con i cittadini e le associazioni un ulteriore passo avanti in un percorso che valorizzi le forme di democrazia partecipativa e contributiva”.