Coronavirus, il Consiglio regionale ANCI Sicilia chiede la conferma delle stesse risorse del 2019 e certezze sulla fonte di finanziamento

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Il Consiglio regionale dell’ANCI Sicilia ha affrontato questa mattina, nel corso di un incontro in videoconferenza,  nuove e complesse questioni  legate all’emergenza Coronavirus.

E’ stata ribadita, in via prioritaria, la necessità di istituire, come già avvenuto in ambito nazionale e nelle altre regioni, un tavolo di confronto permanente con il governo regionale per garantire forme di coordinamento tra gli interventi sanitari e le amministrazioni locali. In tal senso le assemblee dei sindaci dovranno essere parte attiva per avviare una collaborazione con le Asp finalizzata ad un’adeguata e corretta informazione destinata ai sindaci.

Con riferimento alle norme contenute nel disegno di legge 733 legge di stabilità e 732,  il Consiglio regionale ha ribadito le osservazioni già formulate in I Commissione Ars che riguardano  la rimozione del divieto di costituire nuove unioni di comuni che deve essere accompagnata da specifici incentivi finanziari e la previsione, con riferimento all’art. 7, dell’attribuzione alla giunta comunale della possibilità di seguire variazioni di bilancio nell’esercizio provvisorio

Il Consiglio regionale dell’Associazione dei comuni siciliani ha espresso giudizio positivo sulla previsione dell’intesa, all’art. 7 e all’art.9, con la Conferenza Regione- Autonomie locali per la determinazione dei criteri di riparto delle somme da destinare ai comuni.

E’ stato anche stabilito di sollecitare la richiesta di audizione in II e VI commissione all’Ars, con riferimento alle specifiche assegnazioni destinate agli enti locali confermando l’assoluta necessità di garantire le medesime risorse finanziarie previste nel 2019: 340 milioni per le spese ordinarie e 115 milioni per spese di investimento da destinare all’ordinario espletamento delle funzioni. Questo con l’obiettivo di evitare le incertezze legate all’impiego delle risorse comunitarie e a futuri accordi con lo Stato, come prevede attualmente e limitatamente a 130 milioni,  il comma 13 dell’art.1.

“Per l’intero Consiglio regionale – spiega il presidente Orlando – costituisce una scelta inaccettabile il far dipendere da risorse da chiedere al Governo nazionale – in sede di intesa non ancora raggiunta – circa una metà del fondo ordinario destinato ai comuni e già enormemente e progressivamente ridotto. Si profila, in tempi di emergenza, una drastica riduzione del fondo ordinario”.

L’ANCI Sicilia ha, quindi, confermato la volontà di collaborare in maniera proficua con il Governo e con l’Assemblea regionale nell’interesse dei cittadini e a sostegno della realtà civile ed economica con particolare riferimento ai 200 milioni da destinare a “interventi a favore delle fasce deboli della popolazione” .

Su tale aspetto, oltre al dubbio sulla possibilità di iscrivere tali somme in assenza di bilancio approvato, si è evidenziata ancora una volta l’assoluta criticità circa l’impiego di queste risorse con riferimento alle procedure e alla rendicontazione. Risorse che di fatto non potranno essere utilizzate in tempi e con modalità compatibili con l’emergenza. Il Consiglio regionale considera negativa la diffusione di notizie che possano indurre il cittadino a ritenere che i sindaci dispongano di ingenti risorse immediatamente utilizzabili.

Con riferimento alle spese sostenute dai comuni in ambito socio-sanitario è stata sottolineata l’assenza di un apposito stanziamento finanziario per la compartecipazione della Regione al costo delle rette di ricovero per i disabili psichici.  Si tratta di una somma di circa 24 milioni di euro che ancora una volta rischia di ricadere interamente sui comuni.

Sui 115 milioni per investimenti, infine, il Consiglio regionale dell’Associazione, ha sottolineato che è stato fatto un passo indietro rispetto al passato dal momento che si è sancito un passaggio da risorse regionali a risorse comunitarie con le solite difficoltà legate a tempi, procedure, utilizzo e rendicontazione. In relazione a ciò non appare chiaro  se, in base alla normativa europea, sia possibile utilizzare dette risorse per il pagamento delle rate di mutuo.