Criticità negli enti locali, presto un incontro tra AnciSicilia e governo regionale. Nel corso della Conferenza Regione- Autonomie locali di stamattina, l’Associazione dei comuni siciliani ha evidenziato la necessità di rivedere i criteri di riparto relativi alle risorse destinate ai comuni dell’Isola

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Un nuovo confronto, per continuare il dialogo avviato lo scorso 20 dicembre, sulle principali criticità dei comuni: si svolgerà dopo le elezioni europee ed è stato concordato tra l’AnciSicilia e il Presidente della Regione, Nello Musumeci,  con l’obiettivo di coinvolgere il Governo regionale e il Consiglio regionale dell’Associazione per definire ulteriori azioni unitarie da intraprendere con l’obiettivo di dare stabilità finanziaria agli enti di area vasta in vista delle elezioni di secondo livello.

Secondo l’Associazione dei comuni siciliani “c’è ancora da fare un ultimo sforzo perché il Governo nazionale possa eliminare le discriminazioni subìte dalle ex province dell’Isola anche e soprattutto attraverso un’azione unitaria  condivisa tra Regione siciliana e autonomie locali”.

Durante la Conferenza Regione-Autonomie locali, svoltasi questa mattina,  l’AnciSicilia, dopo avere fatto il punto con l’assessore Grasso su quanto realizzato e sul percorso ancora in fase di definizione per gli enti di area vasta, ha espresso la propria posizione sul riparto in favore dei comuni.

In particolare, l’AnciSicilia ha condizionato il proprio parere favorevole allo sblocco dei 23 milioni potenzialmente destinati al fondo pensioni: si tratta di risorse che non verranno ancora erogate ai comuni e il cui effettivo riparto rappresenta  l’unica garanzia per evitare che, rispetto al 2018, vi sia una riduzione dei trasferimenti .

Inoltre, in merito ai criteri è stato proposto di rafforzare il peso attribuito alla popolazione per determinare un ulteriore effetto perequativo tra i comuni .

L’AnciSicilia nell’evidenziare che permangono profondi elementi di sperequazione sia all’interno delle medesime fasce demografiche, sia tra diverse fasce demografiche, ha richiesto l’avvio di un confronto per riesaminare complessivamente i criteri in atto previsti anche attraverso la necessaria revisione dell’attuale quadro normativo.