Il Comitato direttivo dell’ANCI Sicilia sollecita il superamento dello “stallo” normativo e finanziario sulle leggi che riguardano gli Enti locali

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Associazione dei Comuni Siciliani
Associazione dei Comuni Siciliani

“Siamo fortemente preoccupati per la grave situazione di “stallo” che da un punto di vista normativo riguarda gli Enti locali dell’Isola, da troppo tempo in attesa dell’approvazione di importanti norme come il DdL Enti locali, di scelte come l’indizione delle elezioni degli Enti intermedi, continuamente rinviate da oltre 10 anni, e di un confronto in relazione alle proposte avanzate dall’Associazione sullo status degli amministratori. Inoltre, persiste una grave disattenzione per gli enti locali nella complessiva destinazione delle risorse finanziarie da parte della Regione. Saranno questi i principali temi che sottoporremo domani al presidente Galvagno durante un incontro a cui abbiamo invitato anche i capigruppo all’ARS”.
Questo il commento del presidente e del segretario generale dell’Associazione dei comuni siciliani, Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano
“Ci sono già – spiegano Mario Cicero e Antonio Rini, rispettivamente sindaco di Castelbuono e consigliere comunale di Palermo – 120 enti su 391 che si trovano in una situazione di dissesto finanziario e di pre-dissesto, e dallo scorso 23 ottobre a questi si è aggiunto anche Campobello di Mazara e temiamo che, da qui ai prossimi mesi, ce ne saranno altri. Ci preme evidenziare che in Sardegna , a differenza della Sicilia, non esistono comuni in dissesto e ciò crediamo dipenda dal fatto che le risorse finanziarie destinate in quella regione agli enti locali in un solo anno, equivalgono in proporzione a quelle che nella nostra Isola vengono destinate in un triennio. È evidente che si tratta di un problema strutturale del sistema enti locali”.

“Bisogna aggiungere – commenta Roberto Gambino, consigliere comunale di Caltanissetta – che in quest’ultima manovra anche sul piano finanziario non è stata data sufficiente attenzione alle esigenze degli enti locali, esasperando le tante criticità sul fronte dei rifiuti, dei costi dell’energia e della gestione integrata dell’acqua. Il tema dell’emergenza idrica è particolarmente pressante e preoccupa tantissimo i cittadini tra cui quelli delle province di Caltanissetta, Enna ed Agrigento”.
“Da tempo – aggiunge Marco Corsaro, sindaco di Misterbianco – la nostra Associazione evidenzia le anomalie che caratterizzano la gestione del sistema integrato dei rifiuti, a partire dalla grave carenza degli impianti di gestione e dalla presenza di un oligopolio caratterizzato da pochi impianti pubblici e pochi impianti privati. Negli ultimi due anni il costo del conferimento, con riferimento al rifiuto urbano residuo, è cresciuto esponenzialmente passando in alcuni casi da 130 a 380 euro a tonnellata. I comuni , e quindi a cascata i cittadini che pagano la Tari, risultano schiacciati da un costo dei rifiuti tra i più alti d’Italia, pur avendo la raccolta differenziata in crescita”.
“Sul tema rifiuti – spiega Massimiliano Giammusso, sindaco di Gravina di Catania- chiediamo che possa essere ri-finanziata la norma che prevedeva un contributo per gli extra costi. In assenza di tale intervento i costi della TARI per comuni, cittadini e imprese diventeranno insostenibili”.
“È poi di fondamentale importanza – ha continuato il Comitato direttivo dell’ANCI Sicilia – il riordino del Servizio idrico integrato per garantire criteri di efficienza, efficacia ed economicità, nell’interesse pubblico collettivo, e un razionale utilizzo dell’acqua in un periodo difficile come quello attuale che sta costringendo tutti i siciliani a fare i conti con la siccità e il conseguente razionamento”. In tal senso va anche rafforzata la struttura organizzativa delle ATI, soggetti che sul territorio svolgono un ruolo significativo per quanto riguarda le scelte strategiche”.
“Altra emergenza – spiega Orlando Russo, sindaco di Castelmola – riguarda i costi dell’energia elettrica che, utilizzata dalle amministrazioni per garantire servizi essenziali a cittadini e imprese, rappresenta una delle principali voci di spesa dei bilanci. Tale costo, unitamente alle note difficoltà finanziarie degli enti locali, spinge molti comuni a passare dal mercato libero a quello di maggior tutela i cui costi per ogni chilowatt nel 2023 e nel 2024 sono più che raddoppiati”.
“Meritano una specifica attenzione – intervengono Leonardo Spera e Giulio Tantillo, rispettivamente sindaco di Contessa Entellina e presidente del Consiglio comunale di Palermo – i costi nel settore sociale: appare, infatti, urgente trovare specifiche coperture per alcune voci di costo tra cui il ricovero dei disabili psichici nelle comunità alloggio, la protezione delle donne vittime di violenza, l’assistenza specialistica all’Autonomia e alla Comunicazione (ASACOM). Queste spese diventeranno ancora più pesanti e incideranno maggiormente sui bilanci dei comuni anche a causa degli adeguamenti contrattuali del personale previsti dal prossimo anno. Se, quindi, non ci saranno entrate maggiori i comuni si troveranno ancora una volta in difficoltà”.

““Bisogna considerare – aggiunge Rossana Cannata, sindaco di Avola – che i comuni sono già particolarmente esposti su delicati fronti come la sicurezza urbana, la carenza del personale per le progettazioni, l’edilizia scolastica, carenza di risorse per la prevenzione del randagismo e l’elenco è lungo considerato che tantissimi comuni versano in condizioni di dissesto e pre-dissesto”.

“Siamo contenti – continua Luciano Marino, sindaco di Lercara Friddi- che sia stata condivisa da molti la nostra presa di posizione sulla necessità di rifinanziare i PAC cui è collegata la realizzazione e la gestione degli asili nido. Dal 30 giugno infatti non sono più a disposizione le risorse del Programma nazionale “Servizi di Cura all’infanzia e agli anziani non autosufficienti”e se non si individuano nuove risorse sono a rischio la gestione di tutti gli asili nido, oltre a vecchi e nuovi posti di lavoro. I comuni non ce la possono fare da soli. Se ciò non avviene si abbasserà la percentuale dei posti negli asili nido ma anche quelli di tutti i servizi sociosanitari”.
“A ciò si aggiunga – dichiara il presidente Amenta – l’ipotesi, circolata in questi giorni, di un ulteriore taglio da parte del Governo nazionale ai fondi da destinare alla gestione degli asili nido con inevitabili disagi per Comuni e famiglie”.
“Siamo certi – aggiunge Danilo Lo Giudice, sindaco di Santa Teresa Riva – che il presidente Galvagno sia estremamente sensibile ai problemi degli enti locali e auspichiamo che si trovino le soluzioni migliori per consentire ai comuni di lavorare al meglio per assicurare i servizi essenziali ai cittadini”.
“A tale proposito- precisa Federico Basile, sindaco di Messina – rimarchiamo non solo la necessità di ascoltare la voce di tutti i comuni dell’Isola ma ribadiamo l’importanza delle scelte corali fatte attraverso la costante e attenta attività della nostra Associazione”
“Siamo convinti – aggiungono Amenta e Alvano – che continuando a subire scelte che condizionano fortemente l’azione amministrativa e di conseguenza l’erogazione dei servizi alle comunità i comuni dell’Isola rischiano di finire come la rana bollita di Noam Chomsky nel suo libro “Media e Potere”
“Ci ritroviamo ancora una volta – spiegano dal Comitato direttivo dell’Associazione dei comuni siciliani – a rivolgere un ulteriore appello al governo Schifani e all’Assemblea regionale per istituire in Sicilia il Consiglio delle Autonomie locali, adeguandosi così al resto d’Italia. L’istituzione del CAL potrà incentivare le politiche di sviluppo e i comuni avranno anche la possibilità di intervenire, attraverso un confronto, sulle norme e sugli atti amministrativi”.
“Per questi motivi ribadiamo l’urgenza di fissare un incontro con il Presidente Schifani e con l’assessore Dagnino. Un confronto che avevamo già chiesto ma che ancora non c’è stato e che riteniamo indispensabile prima del dibattito sulla manovra di assestamento e prima della prossima Legge di Stabilità”.