Il Museo del Gattopardo di Santa Margherita del Belìce: un luogo magico dove finzione e realtà incantano i visitatori

0
50

Prosegue con il Museo del Gattopardo di Santa Margherita del Belìce, la campagna di comunicazione dedicata ai Musei comunali della Sicilia.
La Rete dei musei comunali della Sicilia è un’iniziativa promossa da ANCI Sicilia che ha visto, ad oggi, l’adesione di circa 100 Comuni e 200 musei attraverso una formale delibera di giunta comunale.
L’iniziativa, cui è dedicato il portale musei-sicilia.it, può considerarsi come l’avvio di un “arcipelago” di progetti finalizzati a valorizzare e migliorare i singoli musei comunali sotto molteplici punti di vista e promuovere ancor di più il patrimonio culturale siciliano nel suo complesso.
Tale opera di promozione, valorizzazione e miglioramento è pensata sia nell’interesse della fruizione di coloro che vivono in Sicilia sia in favore dei turisti.
Tra le iniziative specifiche che si stanno portando avanti nell’ambito della rete, rientra una campagna di comunicazione e promozione dedicata ad ogni singolo museo e l’avvio di iniziativa formative in favore di coloro che operano nei musei.
Per avere maggiori informazioni sulla rete dei musei, per comprendere come aderire e per collaborare e proporre progetti e iniziative è possibile visitare il portale musei-sicilia.it o scrivere a museisicilia@anci.sicilia.it

IL MUSEO DEL GATTOPARDO

Il museo del Gattopardo è nato nel 2006 in onore del celebre scrittore Tomasi di Lampedusa, che visse a Santa Margherita del Belice, tra i sei e i vent’anni le proprie estati, è ospitato presso il Palazzo Filangeri Cutò, divenuto nel Gattopardo il palazzo di Donnafugata che fa da cornice all’intero romanzo. Si tratta di un museo costruito attorno all’opera letteraria con l’obiettivo di far conoscere i personaggi e in particolare la vita del “Gattopardo” cioè Giuseppe Tomasi, duca di Palma e principe di Lampedusa,
Il sito museale riproduce fedelmente i contenuti del “manoscritto” originale dell’opera più conosciuta di Tomasi di Lampedusa, che è tra i “pezzi” principali che si possono ammirare nel Museo. Per la prima volta non è un museo ad ospitare un’opera, ma è la struttura museale che viene costruita attorno ad un romanzo.
All’interno di teche sono esposte le lettere, gli appunti, la documentazione e le foto d’epoca dello scrittore, postazioni multimediali fanno rivivere i saggi critici e i film dedicati all’opera, si possono vedere e ascoltare le interviste a Claudia Cardinale e Alain Delon, indimenticabili interpreti del film di Luchino Visconti, così come lo stesso manoscritto, la sua stesura, le correzioni apportate. Pagina dopo pagina, bozze e correzioni, fino alla stesura finale. Insomma, entrare nel museo è come fare un tuffo nel passato, ritornare negli anni ’50, rivivere quei tempi e tuffarsi nell’atmosfera che portò lo scrittore a scrivere il suo capolavoro. Oltre agli elementi visivi, la grande attrattiva del Museo è data dalla possibilità di ascoltare, per la prima volta, la voce dello scrittore. A seguire, ed accompagnare il cammino del visitatore sarà infatti lo stesso Tomasi di Lampedusa, perché in tutte le sale del museo, si ascolterà lo scrittore che recita un suo racconto “Lighea”. Una registrazione unica, nata per gioco una mattina del 1956, quando ancora Giuseppe Tomasi non era famoso, ma già scriveva i suoi racconti. Quel giorno, a Gioacchino Lanza Tomasi, figlio adottivo dello scrittore, Tomasi di Lampedusa aveva regalato un registratore a nastro nuovo di zecca. E allora, per provarne il corretto funzionamento, ebbe l’idea di registrare la voce del padre adottivo, non immaginando che quella registrazione sarebbe rimasta l’unico documento audio del grande scrittore siciliano. Con in mano il Grunding e un nastro, Gioacchino e la fidanzata Mirella Radice si recarono nel palazzo di via Butera a Palermo dove abitava Giuseppe Tomasi di Lampedusa e gli chiesero di recitare uno dei suoi racconti. Quello stesso racconto, “Lighea” che i visitatori ascoltano dalla voce di chi l’ha scritto e che nessuno, finora ha mai sentito.
All’interno del sito è presente un museo delle cere, che rievoca una scena tratta dal film “il Gattopardo” di Luchino Visconti.

I LUOGHI DESCRITTI DA GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA

Giuseppe Tomasi di Lampedusa descrive la casa materna di Santa Margherita del Belice, un grande palazzo nobiliare noto in tutto il mondo, come un enorme abitazione che contava più di trecento stanze, grandi e piccole, che ospitavano appartamenti di rappresentanza, stanze per i domestici, foresterie per trenta persone, e poi cortili, scuderie, teatro e chiesa private ed un enorme giardino, tutto al centro della Piazza del paese. Dalle pagine de Il Gattopardo trapelano i ricordi dello scrittore.
Il romanzo, ambientato nel periodo dell’Unità d’Italia dove in Sicilia sbarcavano le truppe di Garibaldi, fa innamorare tutti i lettori delle enormi bellezze della Sicilia, invogliandoli, almeno una volta nella vita, a visitare l’Isola.
Tutti i luoghi descritti dall’autore sono ancora lì, trasformati nel tempo, ma sempre affascinanti e ricchi di magia, come ad esempio il Palazzo Filangeri Cutò,
Donnafugata è un posto di fantasia che comprende però luoghi reali.
Tomasi di Lampedusa infatti, dà indicazioni precise in una lettera spedita al Barone Enrico Merlo di Tagliavia, dove asserisce che Donnafugata corrisponde come luogo a Palma di Montechiaro, (luogo dove lo scrittore trascorse i momenti più belli della sua infanzia legati alla figura della madre e della famiglia Tasca Filangeri di Cutò), mentre come palazzo, a Santa Margherita del Belice.
A tutto questo va aggiunto l’annuale premio letterario, giunto alla ventesima edizione, intitolato allo scrittore.

PALAZZO FILANGERI CUTO’

Il Palazzo Filangeri di Cutò, situato nel centro storico di Santa margherita di Belìce, è tra gli edifici più iconici della città, non solo per il suo aspetto monumentale, ma anche per essere stato fonte d’ispirazione per Giuseppe Tomasi di Lampedusa, l’illustre autore siciliano che visse proprio in questa cittadina tanti anni della sua vita, abitando proprio tra le stanze di questo splendido edificio.
Il palazzo fu edificato alla fine del 1600 dalla famiglia dei Baroni Corbera, in seguito principi Filangeri Cutò, e presenta un’ampia facciata con eleganti portali, tribune e finestre. Distrutto in parte dal sisma del gennaio del 1968 (si salvò solamente la facciata), in seguito ricostruito è stato rimodulato in modo tale da diventare uno dei centri più importanti della città, tanto che le sue stanze sono attualmente adibite a svariate funzioni. All’interno del Palazzo Filangeri di Cutò, infatti, è possibile trovare il Museo del Gattopardo, il Parco Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il Comune di Santa Margherita di Belice e il Teatro Sant’Alessandro.
Il Palazzo si mostra decisamente elegante e scenografico, caratterizzato da un corpo che si sviluppa su tre livelli. Il grande portale d’ingresso, le finestre e le balconate, sono gli unici dettagli che differiscono dallo stile monocromatico di questo edificio, che mostra una colorazione avana in tutte le sue mura. Il portale d’ingresso è accompagnato da due scalinate laterali, le quali portano ad altri locali dell’edificio, ognuno dei quali adibito a una specifica funzione.
La bellezza ed il legame profondo che Giuseppe Tomasi di Lampedusa nutriva nei confronti di questo palazzo nobiliare, fecero sì che l’autore decise di citarlo nella sua opera più celebre, “Il Gattopardo”, descrivendolo come il Palazzo di Donnafugata ed è per questo che Palazzo Filangeri Cutò è anche noto come Palazzo Gattopardo.

IL GIARDINO DI PALAZZO FILANGERI-CUTO’
Il giardino di Palazzo Filangeri Cutò è collocato su un piano più basso rispetto al palazzo nobiliare. Fu realizzato sul finire del XVII secolo ed occupa un’area di circa 4100 mq. All’interno vi sono quattro fontane, due a forma di quadrifoglio, una grande di forma circolare con al centro un isolotto ricco di piante, ed una piccola, di forma rettangolare, definita “dei bambù” per la vicinanza di tali piante. Sono presenti anche una serra e una voliera. Alla base dell’impianto vi è un canale d’acqua sotterraneo che ne ha consentito il mantenimento anche durante il periodo di totale abbandono agli inizi del XX secolo. Il Dipartimento di Scienze Botaniche dell’Università di Palermo vi ha individuato 86 diversi tipi di piante, di cui 15 specie rare.

IL PARCO LETTERARIO DEL GATTOPARDO

Parco Letterario Tomasi di Lampedusa
Il “Parco Letterario Tomasi di Lampedusa” è un progetto culturale che interessa i comuni di Palermo, Palma di Montechiaro e Santa Margherita di Belìce.

Santa Margherita di Belìce, rappresenta nel mondo tomasiano, la Sicilia del feudo, legata al ricordo dell’amatissima madre Beatrice Tasca Filangeri Cutò. E’ proprio quello il territorio dove le pagine, de “Il Gattopardo” e de “I ricordi d’infanzia”, prendono corpo, si materializzano davanti noi e ci guidano alla scoperta dei segreti del paesaggio letterario. La visita del Parco rappresenta un’offerta turistico-culturale, alternativa al turismo di massa. Il Parco non è solo una rivisitazione dei luoghi dell’Autore e dei suoi scritti, ma è anche produzione di idee e di attività culturali: Museo delle cere, caffè letterari, concerti, attività teatrali, itinerari sentimentali, degustazioni di prodotti tipici. Fiore all’occhiello dell’offerta culturale di Santa Margherita di Belìce è Museo del Gattopardo.

LA DICHIARAZIONE DEL SINDACO: GASPARE VIOLA

“Essere parte della Rete Museale ANCI rappresenta per Santa Margherita di Belìce un’opportunità straordinaria per valorizzare il nostro patrimonio culturale e condividere con un pubblico sempre più ampio la storia e l’identità della nostra comunità. Il Museo del Gattopardo è il cuore pulsante della nostra memoria collettiva, un luogo in cui il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa prende vita e dialoga con il territorio che lo ha ispirato. Attraverso questa rete, rafforziamo il nostro impegno per la promozione della cultura e del turismo, con l’obiettivo di rendere Santa Margherita di Belìce un punto di riferimento per gli appassionati di letteratura, storia e tradizioni siciliane.”

LA DICHIARAZIONE DELL’ASSESSORE AL TURISMO E PROMOZIONE TERRITORIALE: DEBORAH CIACCIO

“L’ingresso del Museo del Gattopardo nella Rete Museale ANCI rappresenta un passo fondamentale per la promozione culturale e turistica di Santa Margherita di Belìce. Questo riconoscimento ci permette di valorizzare ulteriormente il legame tra il nostro territorio e il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva nella storia e nelle atmosfere che hanno ispirato ‘Il Gattopardo’. Grazie alla sinergia con gli altri musei della rete, intendiamo ampliare le opportunità di fruizione e conoscenza del nostro patrimonio, consolidando Santa Margherita di Belìce come meta culturale di eccellenza in Sicilia.”

LE FOTO: