Un danno per 25 mila precari siciliani «che rischiano non solo di non essere assunti, ma nemmeno di potersi vedere rinnovato il contratto a fine anno». Sindacati e rappresentanti degli enti locali dell’Isola sono sul piede di guerra e criticano senza giri di parole il disegno di legge appena approvato dal governo Letta sulle «stabilizzazioni e le assunzioni nella pubblica amministrazione». In Sicilia saranno assunti non più di 2 mila persone sui 25 mila precari esistenti che anche da vent’anni lavorano nei Comuni.
Ma cosa prevede il testo varato a Palazzo Chigi? Il ddl avvia per gli enti locali la possibilità di fare concorsi pubblici che ormai da anni non si bandiscono. In questi concorsi si potranno mettere a gara i posti liberi in pianta organica. Di questi, il 50 per cento deve essere riservato a precari che hanno contratti a tempo determinato da almeno tre anni.
Ma allo stesso tempo, il Comune non deve comunque sforare il patto di stabilità e la soglia del 50 per cento della spesa corrente che va a pagare stipendi anche se, dopo cinque anni di contratto d’assunzione, la Regione smette di erogare sostegni e tutto lo stipendio da pagare rimane in carico agli enti locali. E c’è di più: prima di varare i concorsi, i Comuni devono verificare la possibilità di occupare i posti vacanti attraverso il meccanismo della mobilità da altre amministrazioni.
L’AnciSicilia è critica e teme che, se venisse confermato questo testo, dal primo gennaio sarebbe a rischio anche il rinnovo del contratto. «La norma prevede la possibilità di prorogare i contratti dei precari solo in quei Comuni che avviamo percorsi di stabilizzazione – dice Paolo Amenta, presidente dell’AnciSicilia – inoltre la maggior parte dei Comuni rischia di sforare il patto di stabilità per i tagli ai trasferimenti. Sicuramente non potranno bandire concorsi i 201 Comuni con meno di 5 mila abitanti, ma anche negli altri 190 enti locali non va meglio. A tutti ricordo che ormai i precari reggono gli uffici, il 70 per cento dei vigili urbani dell’Isola è composto da contrattisti». (da Repubblica Palermo del 28 agosto 2013)