“Facciamo appello ai comuni e ai cittadini siciliani di andare a votare e soprattutto a votare Si al referendum sulle trivelle e a non perdere l’occasione per promuovere un modello alternativo di sviluppo che certamente favorirebbe la nascita migliaia di posti di lavoro” ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia all’incontro-conferenza stampa convocato dall’Anci Sicilia in collaborazione con il Forum siciliano dei movimenti per l’acqua e i beni comuni che, oggi pomeriggio a Palermo, ha visto la partecipazione di una delegazione di sindaci siciliani con l’obiettivo di manifestare la posizione dei primi cittadini in merito al referendum abrogativo sulla legge ambientale che regola le trivellazioni in mare di domenica 17 aprile.
“Si tratta di un referendum nato dalle regioni che vede un impegno istituzionale di partenza. – ha dichiarato Attilio Licciardi, sindaco di Ustica – le politiche energetiche in Italia hanno bisogno di un cambiamento di passo e il referendum di domenica ci offre l’occasione per avviare un processo nuovo evitandoci di restare fuori dai grandi sistemi economici mondiali che oggi investono fortemente sul piano del recupero ambientale e delle energie alternative”.
“Manca una visione sul futuro energetico ed economico del nostro Paese – ha dichiarato il sindaco di Pantelleria, Salvatore Gabriele – abbandonare il petrolio e tutti i combustibili altamente inquinanti è un tema che accomuna tutti i Paesi più sviluppati a livello internazionale e noi non possiamo permetterci di andare controtendenza negando il nostro diritto alla salute e pregiudicando il futuro di intere generazioni”.
“C’è ancora tanta strada da fare e il cambiamento culturale sarà lento, ma è stato avviato – ha dichiarato il sindaco di Messina, Renato Accorinti – Sulle energie alternative la strada è già aperta ma va alimentata ed è nostro dovere sollecitare le coscienze dei nostri concittadini”.
“Quella del petrolio è una battaglia di retroguardia e andare a votare vuol dire partecipare a una scelta, quella di evitare la marginalizzazione della Sicilia- ha concluso Orlando – solo se usciamo dalla logica del petrolio torniamo ad essere competitivi e a ripartire”.