L’aumento del costo dell’energia incide sulle istituzioni comunali, ma colpisce in particolare i cittadini che dovranno purtroppo, a breve, rinunciare a molti servizi essenziali: questo emerge da uno studio commissionato dall’ANCI Sicilia a un team di legali, composto dagli avvocati: Leonardo Masi e Luca Giannoli e dal consulente Raphael Rossi e presentato nel corso dell’Assemblea regionale precongressuale dell’Associazione dei Comuni siciliani, svoltasi stamattina, presso l’Astoria Palace a Palermo con il patrocinio della Cassa Depositi e Prestiti.
Sui costi spropositati del servizio di salvaguardia elettrica l’ANCI Sicilia ha presentato formalmente le proprie osservazioni sulla procedura ARERA che, attraverso un’asta al ribasso, fisserà entro questo autunno le nuove tariffe per il biennio 2025-2026, chiedendo di inserire un tetto al cosiddetto parametro omega cioè il maggior costo che l’energia aveva in Sicilia per i comuni cosiddetti in salvaguardia. ARERA ha risposto dichiarando la propria incompetenza sostenendo la tesi per cui tale correttivo minimo debba essere preceduta da un intervento ministeriale.
A tal proposito ANCI Sicilia ha, inoltre, presentato richiesta di accesso agli atti a Enel e ARERA per conoscere la situazione: quanti comuni sono in salvaguardia, per quanto tempo lo sono stati, quali importi economici sono stati pretesi e presenterà, a breve, le medesime argomentazioni al MISE e al MEF.
“Le informazioni sono state negate da Enel mentre ARERA pur assicurando che le avrebbe fornite non lo ha ancora fatto. Negare o ritardare così tanto la consegna di dati in risposta ad un soggetto istituzionale come ANCI, lascia supporre condotte ostruzionistiche e poco trasparenti”. Dichiarano gli avvocati.
“ANCI Sicilia rappresenta gli interessi dei comuni siciliani e l’energia elettrica è necessaria ai comuni per far funzionare al meglio le proprie comunità garantendo i servizi essenziali a cittadini e imprese, ma tale costo unito alle note difficoltà finanziarie delle Autonomie locali siciliane, spinge i Comuni dal mercato libero a quello della cosiddetta maggior tutela coinvolgendoli in una sorta di spirale che ricorda quelle delle vittime di usura”. Hanno dichiarato il presidente dell’ANCI Sicilia Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano.
“Bisogna fermare questo circolo vizioso che con un pericoloso effetto domino ha fatto schizzare i costi della Tari e del servizio idrico integrato, due voci che risultano essere tra le cause più significative della crisi finanziaria dei comuni”. Aggiungono Amenta e Alvano.
“Avvieremo tutte le azioni legali necessarie a tutelare i comuni e i cittadini, consapevoli del fatto che tali costi sono, già adesso insostenibili per molti comuni, in particolare per quelli che vivono già una difficilissima condizione finanziaria, e di come ci sia il grosso rischio di mettere in pericolo la qualità dei servizi essenziali erogati a cittadini e imprese con gravi ripercussioni sulla tenuta sociale e sull’economia dei territori”.