Tagliare i piccoli Comuni? Un risparmio irrisorio”

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Intervista al neo Presidente dell’AnciSicilia Giacomo Scala rilasciata a Blog Sicilia

il 24 agosto 2011

 

Da un lato c’è Palazzo Chigi che vuole tagliare i Comuni con
meno di mille abitanti. Dall’altro Palazzo d’Orleans che ha approvato il referendum per l’istituzione di un nuovo piccolo ente nel catanese: Piano Tavola.

Si tratta di una evidente contraddizione, che BlogSicilia ha approfondito con Giacomo Scala, nella foto, sindaco di Alcamo e presidente di Anci Sicilia, ovvero l’Associazione Nazionale dei Comuni italiani.

Come giudica la volontà del governo di Roma di eliminare i piccoli Comuni?

“Non la condividiamo. Non si può immolare tutto sull’altare della ragioneria e dei costi. Peraltro, in Sicilia, dove i Comuni interessati dalla manovra sarebbero 31, il taglio porterebbe appena ad un ricavo di 620.000 euro. E fra questi Enti, ci sono sindaci ed assessori che non percepiscono neanche l’indennità. Insomma, bisogna fare più una cosa di sostanza che di facciata. Si deve intervenire, infatti, sull’accorpamento dei servizi reali e fondamentali”.

Quindi, siete d’accordo sull’operato della Regione Siciliana che punta ai Consorzi?

“Sì. Perché la Regione sta facendo un ragionamento diverso rispetto allo Stato. Condiviso appieno dall’Anci. Perché la strada giusta, infatti, è accorpare i servizi, o meglio le funzioni essenziali dei Comuni. Mentre a Roma c’è la voglia di fare scomparire le municipalità“.